E per un viaggio che arriva, uno che se ne va via...Addio Saabina, ci mancherai :(
23 set 2008
22 ago 2008
GRAVITA' D'ARTISTA - WALTER PAOLETTI
“Il punto è che tutte le cose che faccio io vanno verso il basso, son spinte giù dalla gravità.”
Così mi ha cercato di spiegare Walter la prima scultura donata ad Atopos – e abbandonata accanto a Palazzo degli Anziani nel primo dei nostri blitz artistici, il 29 dicembre 2007.
“Eh, ma io potrei essere tuo padre” – ha esordito entrando da Atopos la prima volta, davanti al taccuino delle presenze ancora semivuoto.
Così mi ha cercato di spiegare Walter la prima scultura donata ad Atopos – e abbandonata accanto a Palazzo degli Anziani nel primo dei nostri blitz artistici, il 29 dicembre 2007.
“Eh, ma io potrei essere tuo padre” – ha esordito entrando da Atopos la prima volta, davanti al taccuino delle presenze ancora semivuoto.
Ogni giorno si rinchiude nella bottega di Peppino Brunetti, che lui chiama padre e maestro, ogni giorno si arrovella su come riuscire a conciliare la vita con l’arte, il mistero di ogni rapporto che salda la personalità già fatta alla proiezione di carta e colori, metalli e cartoni.
Mentre scrivo, Walter in sandali da tedesco salda due costruzioni alte 5 metri nello studio del suo amico fonditore ad Agugliano. Da Ascoli Piceno a Monte San Giusto, paese di sua madre, l’ho visto mettersi in gioco come un bambino di fronte a materiali poveri che nelle sue mani riescono a pesare come fossero segnati dal tempo.
“Ma glielo hai spiegato che dopo le opere vanno perdute?” – ci tiene a spiegare ogni volta che Atopos intraprende una missione in città, a forza di pennelli e installazioni. Nessun prezzo potrebbe mai valere l’abbandono volontario che l’artista proclama volgendo le spalle alla sua creazione. E Walter questo lo fa con la leggerezza di chi ha costruito qualcosa di troppo pesante da poter trasportare. Sì, le opere di Walter vanno verso il basso, si depositano nei meandri delle forme, le precedono e scandiscono come fossero tasselli di un tutto che vale la pena vivere piuttosto che mettere in mostra. E così in silenzio Walter percorre le scalette di via Scosciacavalli
alla ricerca di ispirazioni e materiali in disuso, riportando a significare ciò che un giorno per sbaglio fu abbandonato. Perché se fosse per Walter, non sarebbe mai buttato niente. Ma adagiato nel fondo di questo mare tanto amato, questo sì. Pure i pesci si augurano che la sua gravità li renda partecipi di opere che non hanno bisogno di essere guardate per essere Arte.
La prima foto è di Walter (http://www.myspace.com/walter_paoletti)
La seconda foto è di Peppino Brunetti a lavoro nella sua bottega di Via Scosciacavalli
Per maggiori info sulla nostra prossima mostra itinerante insieme il 2 settembre: www.adriaticomediterraneo.eu
17 lug 2008
IL DESTINO INSEGNATO
Un pensiero per Karl Unterkircher, l'alpinista scomparso a 7.000 metri
Son pochi quelli che ci provano
Meno ancora quanti resistono fino in fondo.
Resistere a che?
Non c'è quasi più aria, eppure non è ancora la cima.
Le valanghe di fronte appannano il videofonino satellitare.
Neanche gli elicotteri possono volare lassù.
Hanno tentato di scalare una parete di ghiaccio.
In un istante la fuga nel vuoto,
la leggera caduta di un corpo in fondo al bianco.
Così è morto Karl Unterkircher
il suo nome significa sotto la chiesa.
La chiesa è la Sua Montagna.
13 lug 2008
UN BUUU COMPLEANNO!
Frattanto – 31° parte
Di diadi in viola
Vìolo la distanza
Barcollante ma fremente
In attesa che si sposti in qualche direzione
Il senso stesso.
Francesca la trivella
Col giardino nella mente
Rabdomante reticente
Convincerla è uno sbaglio.
Tenta, tenta di sbaraglio
Di rima in segno e confessione
Pure l’aria è il suo furgone
E spinge dentro un’emozione già sfrattata
Mal pagata, abbandonata di facciata
Ma in verità vi dico, ella resta dirimpetto
Al mondo stesso su dal tetto
Manco fosse Icaro frodito
Erma il consigliere
Lo sguardo trema
Vi si tuffa, danza gravitando nel frattempo.
7 lug 2008
RAFTING CON LE RIME
A spasso con Nilo Biagini, il poeta controcorrente, nei boschi sotto al Monte Conero.
4 lug 2008
14 giu 2008
17 apr 2008
KOSMOLABEL
Le giovani gambe appoggiate sul grembo
della panchina di ferro.
Nonostante il vento freddo, un vecchio audace
le si fa incontro.
Non ricordo se lei abbia detto anche solo una parola.
Di fatto, la giovane polacca resta ferma,
in tremenda attesa spenta.
L'anziano guascone rapidamente guadagna l'uscita.
Ora un bengalese le siede accanto,
con uno sputacchio per terra
si presenta aitante.
Francesco Conte, piazza Cavour - ore 11.38 di una mattina lavorativa
Painting by Cristina Mosora - tra Bucuresti e Atene
WWW.ATOPOSANCONA.BLOGSPOT.COM
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