Una poesia scritta per terra accanto a una chiesa invidiando i gruppetti e le chiacchiere i sorrisi gli sguardi di chi aspetta il concerto barocco. A quel punto decidere se restare a guardare, giudicando in silenzio gli altri disattenti e scortesi. Oppure essere al meglio se stessi, trovare ciò che diverte. Rinunciare ad assaporare l'amaro in bocca del trionfale: "Sono un incompreso!".
Olé.
Inspirare
Davanti al tempo libero e solo,
spero timidamente di sentire vibrare
le invisibili corde di ispirazione.
Una volta per tutte, mi chiedo deciso, chi è lei,
che tutto bacia, senza mai dare il suo corpo?
Ha sguardo di fata, ma il suo pensiero è luce, musica.
Il corpo manca come in Dio la parola.
E quando potenti ne afferriamo la forma
credendo di creare materia qui sotto, lei ride,
e chiede: “ritenta”.
Più in alto la devi toccare, dove lei non arriva,
in cima ai folti capelli che nascono
da più antica espressione.
Sì, l’ispirazione è copia della verità, forma
dell’assoluto e non ancora materia dei nostri sogni.
La sua realtà è altra, il respiro la sente vicina
e io so dove andare, ma ora, ora.
Non è un orizzonte, ma la cima sopra la quale io vedo.
Ridiscenderne è un piacere, ma si dimentica
il vento, l’aria e lo spazio che lassù sono.
Solamente caduto ricordo della sua voce
un invito: “rimani”.
Ma il mio sentire è già altro: campane,
i passanti, il prurito, la sete.
Ispirazione viene senza preavviso, e ama sempre
come non ci fosse null’altro da fare.
(Torino, settembre 2005)
http://inviaggiocongeniuscard.it/progetti/in-grecia-post-crisi-esiste-ancora-l-ospitalita-un-multimedia-reportage-in-terra-ellenica
1 nov 2007
IL PIANTO ADDOSSO
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